Deinon

Πολλὰ τὰ δεινὰ κοὐδὲν ἀνθρώπου δεινότερον πέλει (Sofocle, Antigone)

Martin Heidegger sosteneva che nel primo verso del primo stasimo dell’Antigone di Sofocle vi fosse racchiusa tutta la storia della metafisica occidentale. Più precisamente nell’ambiguità semantica della parola deinon. Per semplificare traduco la citazione sopra in questo modo: molte sono le cose (δεινά) ma nulla è più (δεινόν) dell’uomo. Le traduzioni più ricorrenti di deinon sono: meraviglioso, prodigioso, stupendo, stupefacente, mirabile, grande, misterioso, potente, ma anche tremendo, malvagio, spaventoso, terribile e inquietante. Deridda arrivò addirittura a sostenerne l’intraducibilità e ad affermare che il deinon per noi resterà sempre un enigma insolvibile.

Il film Fortunata di Sergio Castellitto si ciba del mito di Antigone e di questa ambiguità dell’essenza dell’essere umano. La scrittura di Margaret Mazzantini ci offre uno scenario profondo e fa muovere i suoi personaggi facendoli passare rapidamente tra la grandezza e lo squallore. Un film ben ancorato nella realtà ma che non fugge dal simbolico. Bravissima Jasmine Trinca. Fuori posto Stefano Accorsi. Ottima poi la scelta della canzone Vivere di Vasco Rossi che riassume e chiude perfettamente tutto il film.

Vivere! Anche se sei morto dentro. Vivere! E devi essere sempre contento. Vivere! È come un comandamento. Vivere… o sopravvivere. Senza perdersi d’animo mai e combattere e lottare contro tutto contro!

Fortunata di Sergio Castellitto
Fortunata di Sergio Castellitto

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