Flusso

L’arte si deve intromettere nei dibattiti etici, filosofici ed intellettuali (Ai Weiwei)

Human Flow di Ai Weiwei documenta il più importante flusso migratorio dalla Seconda Guerra Mondiale in poi. Sono più di 65 milioni i profughi in movimento sulla faccia della terra. Girato in ben 23 paesi, registra le traiettorie d’uomini, donne e bambini costretti a lasciare i propri territori. Il cambiamento climatico e il capitalismo globale, che prospera grazie allo sfruttamento intensivo di cose, territori e persone, stanno causando siccità, guerre, povertà e fame. Continuando in questa direzione i movimenti migratori sono destinati ad intensificarsi. Che fare? Ci ripieghiamo su noi stessi in una lotta tra chi sta dentro e fuori le frontiere del benessere (lotta che probabilmente perderemmo) o ripensiamo questo mondo a partire dal rispetto delle libertà personali e dei diritti umani? Ai Weiwei non ci offre risposte. Non commenta. Filma e basta. Poco più di due ore di film per chi vuole comprendere meglio questo fenomeno che ci riguarda tutti da molto vicino. Da notare poi che, esteticamente, ogni immagine è una vera e propria opera d’arte.

Veduta aerea del campo profughi Rohingyas in Bangladesh
Veduta aerea del campo profughi Rohingyas in Bangladesh

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